Coronavirus: dal 4 maggio si potrà ricominciare ad andare in bici, anzi no Coronavirus: dal 4 maggio si potrà ricominciare ad andare in bici, anzi no
Andrea Lorusso Scritto da  Apr 27, 2020

Coronavirus: dal 4 maggio si potrà ricominciare ad andare in bici, anzi no In evidenza

Anche questa volta poca chiarezza e molta libertà interpretativa all’indomani del discorso del nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di ieri, 26 aprile 2020.

 

Ma partiamo con ordine citando prima quelli che, almeno per quanto riguarda noi ciclisti, sono i passi del nuovo decreto che entrerà in vigore il prossimo 4 maggio.

In apertura, l’articolo 1 al comma 1: “Allo scopo di contrastare e contendere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:

a - sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti…; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute…

f - … è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività;

g- … le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionistiriconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline individuali.

Questi sono i tre commi che riguardano più da vicino la nostra disciplina, ma partirei già dall’eliminare il terzo, il comma g, che riguarda gli atleti pro e non pro ma riconosciuti di interesse nazionale. Si parla quindi di PROFESSIONISMO e soprattutto di discipline indoor, quindi non si fa cenno ad amatori, società ed Enti di promozione sportiva. Secondo questo comma siamo tutti, escluso appunto i PRO, sulla stessa barca. Non servono tessere societarie o quant’altro per andar fuori.

Torniamo adesso all’inizio del DPCM perché è qui che si fa un po' di confusione. Al punto "a" si legge che sono consentiti gli spostamenti, non parlando né di quelli all’interno né di quelli all’esterno, quindi tutti, motivati da comprovate esigenze. Quindi, praticamente non cambia nulla rispetto a prima, tranne che è possibile far visita ai congiunti.

Il punto "f" da invece la possibilità di svolgere attività sportiva o motoria eliminando il vincolo della prossimità alla propria abitazione.

Ecco la mancanza di chiarezza: nel corso dell’attività sportiva, andando quindi in bici nel nostro caso, di quanto ci si potrà allontanare? Si potrà sconfinare in un comune vicino, ma sempre all’interno della propria regione?

Questo non è per nulla chiaro purtroppo e almeno fino alla pubblicazione definitiva del Decreto, tranne ovviamente sue possibili modifiche proprio in considerazione della poca chiarezza, nessuno può dare risposte certe.

Da aggiungere inoltre che anche le Regioni potranno esprimersi con decisioni specifiche per territorio, quindi non ci resta che attenderne la pubblicazione e magari anche quella delle FAQ direttamente sul sito del Governo Italiano.

Andrea Lorusso

Praticare la cyclette, è come fare surf in una Jacuzzi. Questo il suo motto preferito. Appassionato di Granfondo e Randonné

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