Andrea Lorusso Scritto da  Dic 15, 2014

In bicicletta tra LED e sensori: Copenhagen città a ‘emissioni zero’ nel 2025

Copenhagen sta raccogliendo i frutti della strategia europea denominata ‘PLUSnet’, ovvero pianificare per il 2025 una mobilità urbana sostenibile al 100% grazie allo sviluppo della ‘slow mobility’: utilizzo della bicicletta per gli spostamenti di prossimità nel proprio quartiere e più in generale in tutta la città. Alla fine del 2015, il 50% dei cittadini di Copenhagen si sposterà tramite pedalata (nel 2013 il 36% in bicicletta, il 28% con mezzi pubblici, il 29% con la propria auto, il 7% a piedi).

Da qualche tempo è in funzione, proprio per il popolo dei ciclisti, un sistema di segnaletica stradale orizzontale a LED lungo le piste ciclabili per indicare, al prossimo incrocio, se il semaforo è verde o rosso, per rendere le piste più sicure (gli incidenti che coinvolgono ciclisti sono diminuiti del 72% dal 1996 a oggi) e per evidenziare il percorso nelle ore notturne. Una soluzione per l’illuminazione a bassissime emissioni di CO2, alimentata da fonti energetiche rinnovabili (solare, eolico) e che ha trovato più di un utilizzo in termini di smart city. Poco più di un mese fa, ad Albertslun (cittadina che si trova a 15 chilometri a Ovest di Copenhagen), è stata inaugurato il primo centro di sperimentazione europeo per l’illuminazione intelligente (smart lighting): il living lab DOLL (Danish Outdoor Lighting Lab).

Mentre qui si studiano le soluzioni più innovative al mondo e soprattutto efficienti (in termini di costi, consumi e inquinamento) per l’illuminazione in ambito urbano, la Capitale danese ha già istallato centinaia di punti luce a LED dotati di sensori digitali connessi in rete wireless per comunicare in tempo reale alla centrale operativa del Comune i dati relativi al traffico, a tutti gli spostamenti in città (su mezzi privati, ma principalmente pubblici), ai parcheggi, alla raccolta dei rifiuti, alla videosorveglianza e molto altro.

Ad oggi, Copenhagen offre ai suoi cittadini 370 km di piste ciclabili, due ponti dedicati alle sole bici, una rete ciclabile estremamente sicura e scorrevole ( velocità media delle biciclette sulle cycle lanes/cycle tracks è di circa 20km/h), utilizzo diffuso di greenwaves nel centro città per lo scorrimento veloce del traffico su due ruote e nuovi investimenti anche nell’area suburbana con nuovi 50 km di piste ciclabili. Lo sviluppo della slow mobility ha determinato una riduzione significativa delle emissioni di CO2, che attualmente si aggira intorno alle 110,000 tonnellate nel periodo che va dal 1996 al 2010.

via | KEY4BIZ

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Andrea Lorusso

Praticare la cyclette, è come fare surf in una Jacuzzi. Questo il suo motto preferito. Appassionato di Granfondo e Randonné

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