In bici in Friuli alla scoperta della strada della Ribolla di Oslavia In bici in Friuli alla scoperta della strada della Ribolla di Oslavia
Caterina Zanirato Scritto da  Nov 09, 2020

In bici in Friuli alla scoperta della strada della Ribolla di Oslavia In evidenza

Un territorio è un insieme di vari aspetti: il panorama che lo caratterizza, le persone che lo vivono, le tradizioni che si sviluppano e i prodotti che nascono proprio da queste ultime.

Scoprire un territorio, quindi, significa scoprire tutte queste variabili. Ed è proprio quello che ho voluto fare ad Oslavia, un territorio di confine tra Gorizia, in Friuli, e la Slovenia, pedalando tra le sue dolci pendenze ricoperte di vigne e scoprendo le sue genti, le sue tradizioni e i suoi prodotti, uno su tutti i famosi orange wine, nati dalla tradizionale macerazione delle uve di Ribolla gialla come metodo di lavorazione scelto dai vignaioli che hanno votato al rispetto per l'ambiente il loro operato.

Ovviamente per scoprire al meglio questo territorio l'ho girato in lungo e in largo in bici: la modalità perfetta per viaggiare in modo lento, con lo stesso rispetto per l'ambiente che dimostrano di avere le sette cantine che hanno creato l'associazione produttori Ribolla d'Oslavia. E oggi vi voglio portare con me alla scoperta di questa meraviglia.

In bici in Friuli alla scoperta della strada della Ribolla di Oslavia

Il territorio Oslavia sorge su una collina prima di tutto spettacolare per i suoi panorami, soprattutto in questo periodo autunnale dell’anno in cui le foglie delle viti si accendono di un rosso intenso e il resto della natura ricopre tutte le sfumature dal marrone al giallo, passando anche per il verde degli uliveti. Dolci pendenze e tratti asfaltati molto semplici da percorrere la rendono la terra ideale per un cicloturista che vuole abbinare la scoperta della natura a una piacevole pedalata. Senza contare la grande storia che è passata proprio da Oslavia: proprio questo territorio è stato toccato da vicino dalla Prima Guerra Mondiale, al punto da aver realizzato il celebre Ossario dei soldati caduti durante il conflitto.

Proprio qui infatti si può percorrere un itinerario molto particolare: la strada della Ribolla di Oslavia, valorizzata da sette panchine panoramiche e arancioni posizionate in punti strategici del percorso dalle stesse cantine. Un modo per dare il benvenuto a ogni ciclo amatore che vuole alternare le pedalate alla contemplazione del panorama, valorizzando il territorio e le sue genti. Una strada semplice da percorrere, lunga al massimo 5 km, che vi porterà poi verso la Slovenia o verso Cormons.

La parola d'ordine a Oslavia è famiglia: qui è tutto genuino, le cantine sono gestite in famiglia, la vite si coltiva in modo naturale e biodinamico senza chimica con grande rispetto per la natura, si portano avanti le tradizioni di un tempo, tra cui quella della macerazione arrivando anche all’utilizzo dell’anfora. Il terreno è proprio diviso tra famiglie che lo gestiscono e accolgono i visitatori con gentilezza e grande disponibilità per degustare insieme i loro prodotti, trasformando il viaggio in una scoperta a cinque sensi.

Oslavia racconta una storia ben precisa: quella del suo vino macerato, un sapere tramandato nel tempo. Proprio per questo è nata l’associazione produttori Ribolla di Oslavia: sette cantine che hanno unito le forze per promuovere questo storico vino nel mondo, portando avanti la tradizione della macerazione attraverso un disciplinare comune creando così i famosi “orange wine” che caratterizzano questo territorio. Una passione che fa parte del territorio stesso, indissolubilmente, anche perché la caratteristica che accomuna tutti è il particolare terreno, la ponca, che si trova in questa zona. Ma se tutti partono da un denominatore comune, la ribolla di ognuno prende poi una propria personalità.

In bici in Friuli alla scoperta della strada della Ribolla di Oslavia

Le cantine si trovano tutte in ordine su una stessa strada, la strada della Ribolla per l'appunto, a distanza di centinaia di metri una dall'altra. Visitarle e degustare è molto semplice: basta chiamare e prenotare una visita guidata. La prima cantina che si incontra arrivando da Gorizia è Dario Princic: la loro panchina è posizionata poco dopo il celebre Ossario eretto nel 1938 per ospitare i resti di 57.021 soldati caduti nella Prima Guerra Mondiale. Cantina dal carattere estremo come la loro Ribolla, hanno optato per una macerazione di circa 35 giorni. Segue la cantina La Castellada, gestita da Stefano Bensa e la sua famiglia: in questo caso i sapori della Ribolla diventano più morbidi, grazie alla vendemmia tardiva, la fermentazione malolattica e 65 giorni di macerazione. Segue la storica cantina Primosic, dove la Ribolla si fa macerare per 4 settimane e si aggiungono due anni in botte, raggiungendo quindi sapori decisi ma ugualmente eleganti e adatti a ogni palato. Se si sale ancora si arriva davanti alla cantina Fiegl, che ha deciso di posizionare la propria panchina di fronte a un obelisco dedicato ai caduti in Guerra. Martin e la sua famiglia gestiscono la cantina e la stessa associazione di produttori, per promuovere questo territorio di cui sono innamorati. La sua produzione è molto ampia: delicatezza e mineralità si amalgamano rendendo perfetta la sua ribolla macerata per la cucina friulana. Si passa poi alla blasonata cantina Gravner, famosa per l’utilizzo delle anfore georgiane, che ha votato tutta la sua produzione alla Ribolla gialla. Un sapore deciso, estremo ma elegante che conquista tutti nel mondo, per una cantina che ha fatto dell’estetica e del rispetto del paesaggio e della sua biodiversità una vera missione. Proseguendo verso San Floriano si troverà poi la panchina arancione di Radikon, storica cantina gestita da Sasa che ha seguito le orme del padre e ancora prima del nonno: sapori estremi e decisi, territoriali e autentici, l’hanno fatta diventare un esempio nel mondo. Così come le sue bottiglie in formato da un litro al posto di 0,75. In questo caso all’interno della cantina si può anche dormire, dato che dall’anno scorso sono state inaugurate quattro splendide camere panoramiche. Infine, il percorso si chiude con Il Carpino, cantina gestita da Ana e Franco insieme al figlio Manuel, che offre sia vini macerati sia vini freschi, ma anche una meravigliosa bollicina metodo classico. La loro filosofia è di usare la macerazione, storica in questo territorio, ma senza rendere il vino estremo o pesante.

Per saperne di più su questo territorio, visitate la pagina dedicata sul sito di Caterina...

Caterina Zanirato

Giornalista, ciclista e sommelier innamorata della vita, che considera il suo parco giochi. Ha tre grandi passioni: viaggiare, la bicicletta e

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