La prima volta che abbiamo sentito parlare di SuperOp è stato qualche mese fa, nell’aprile del 2016, quando un comunicato stampa ci annunciava la nascita di un nuovo strumento che avrebbe rivoluzionato il nostro modo di allenarci, tenendo in considerazione non solo il lavoro svolto ma indicandoci soprattutto come e cosa fare nei giorni futuri.
L’idea che stava alla base di questo futuribile strumento ci sembrava buona e quindi siamo stati molto contenti quando, nel corso del Cosmobike appena passato, abbiamo avuto la possibilità di aver spiegato il suo funzionamento, teorico e pratico, direttamente dalle menti che stanno dietro SuperOp: Paolo Gambini e Maurizio Binello.
Tutto ci è stato chiaro dopo l’incontro e, grazie alle loro spiegazioni, abbiamo capito che questo particolare device dovrebbe stare sul comodino di tutti coloro i quali praticano attività fisiche, anche se non ad alto livello, ma che hanno bisogno di essere seguiti nel corso dei loro periodi di allenamento.
Abbiamo parlato di comodino proprio perché lo strumento necessita di essere utilizzato al mattino, appena svegli, misurando due parametri fondamentali, pressione sanguigna e battito cardiaco.
Cosa succede poi?
Grazie all’esperienza e al lungo lavoro fatto dal professor Marco De Angelis, docente di Metodologia dell’Allenamento nel Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologie dell’Università dell’Aquila, che ha studiato per oltre vent’anni il significato dei parametri fisiologici chiave e delle loro interrelazioni matematico-statistiche nelle modificazioni tipiche cui incorrono gli organismi degli sportivi, il SuperOp, alla vista molto simile ad un semplice sfigmomanometro da polso, trasmette i dati ricevuti, tramite connessione wireless al nostro smartphone che, grazie ad una app dedicata, li inserisce all’interno della “storia clinico-sportiva” dell’atleta.
Durante il nostro test, la nostra “cavia” ha impiegato circa 15 giorni per creare il proprio profilo standard su cui poi interagire nel corso del normale utilizzo. Nei giorni seguenti poi, grazie al suo costante utilizzo e a un complesso algoritmo statistico-matematico che tiene in considerazione numerosi indici di relazione tra parametri legati allo stress organico e metabolico dell’organismo, SuperOp determina la nostra condizione quotidiana dell’organismo, suggerendoci, giorno dopo giorno, il carico più appropriato per l’allenamento quotidiano, grazie ad una semplice scala di colori che va dal verde al rosso, dove con il primo colore si indica il momento migliore e con il secondo invece il peggiore per mettere sotto sforzo il nostro fisico.
In questo modo si ottimizza il processo di supercompensazione, si tutela maggiormente l'organismo dell'atleta e si ottiene il miglioramento della performance.
Alla fine dei mesi di prova, il nostro tester non ha più voluto mollare il SuperOp, diventato ormai suo fedele compagno e prima attività quotidiana di ogni sua giornata.
Non possiamo che dire che evidentemente funziona, e pure bene…