Un’avventura che non si smette di rivivere, ogni giorno e senza fine, perchè il viaggio, anche se lo si sente nelle gambe, è sempre soprattutto un viaggio interiore, una scoperta profonda di sè, attraverso la fatica, la solitudine e gli incontri occasionali.
Così è stato per Willy Mulonia, autore di questo libro, che racconta 18 anni dopo quella partenza per Ushuaia, che in 18 mesi l’ha portato sulla costa del Mar Glaciale Artico dell’Alaska, a Prudhoe Bay, trentamila chilometri più a Nord. L’incontro con Wayqui, il cucciolo di cane trovato in Perù che lo ha accompagnato fino in Alaska. L’assalto e le botte subìte da un gruppo di delinquenti in Chiapas.
Gli incontri con persone che sono diventate come fratelli, come genitori. L’erba bagnata a piedi scalzi. La sensazione di risvegliarsi in un sacco a pelo nel cuore del mondo e di se stessi. E quindi questo libro non racconta solo di quel viaggio nelle Americhe, ma soprattutto di quello che è successo dopo, grazie a quella rinascita.
“Ho sempre sostenuto che il più bel regalo di un viaggio lungo e in solitaria è quello che si riceve una volta che quel viaggio finisce - dice Willy - Come questo influisce sulla prosecuzione della tua vita”.
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