La Bicicletta nella società contemporanea, icona di libertà, salute, divertimento e passione sportiva La Bicicletta nella società contemporanea, icona di libertà, salute, divertimento e passione sportiva
Mauro Di Fabrizio Scritto da  Nov 23, 2020

La bicicletta nella società contemporanea, icona di libertà, salute, divertimento e passione sportiva In evidenza

Nella società odierna la bicicletta rappresenta un punto di riferimento per molti, evidenziando la sua semplicità e gli ideali che essa porta in essere in varie sfaccettature, che vanno dall’essere beneficio psico-fisico, passando dall’impatto ambientale e come patrimonio culturale che questo mezzo di trasporto ha avuto e sta avendo nel corso degli anni e che va salvaguardato.

 

Papà un mio compagno di classe ha una bicicletta nuova ed è molto bella sai? Potrei averla in dono a Natale anche io, se mi comporto bene? Però quella di Spider-Man mi raccomando il mio eroe preferito”!

Quanti di voi hanno fatto da bambini una richiesta simile a questa? Dagli anni ’80 si è sviluppata, a livello globale, la voglia, anche dettata da un’economia buona e una moda travolgente, di avere una compagna di avventure che potesse soddisfare le esigenze di una clientela sempre più vasta, dal bambino, passando al cicloamatore, al professionista, fino a giungere alla persona anziana.

Proprio nel 1981 nasce la mountain bike (MTB) e presentata in Italia nel 1983. Alla bici da passeggio, da gara e di altro genere non meno importanti, si aggiunge quindi un altro prototipo che a livello sociale fa impazzire non poco i bambini e i ragazzi, la MTB, per la montagna, ma duttile anche in città, che lascia spazio per tipologia, all’avventura e al divertimento.

A livello umano questi quarant’anni hanno rappresentato per la bici, un’evoluzione costante a 360°. L’uomo che con sé ha una compagna di viaggio o come disse lo scrittore Henry Miller: “La migliore amica”, oppure il giornalista Pierre Giffard, che pronunciò queste parole: “E’ qualcosa di più di uno sport. È un beneficio sociale”.

Sicuramente quello che si evince nella società contemporanea dagli anni ‘80 ad oggi è di avere la capacità di essere, rispetto agli altri veicoli, semplice e che racchiude non poche realtà: è rispettosa per l’ambiente non inquinando in alcun modo, è uno strumento per fare attività fisica, per hobby, per districarsi meglio nel traffico, (ad esempio evitando file chilometriche) da trasporto ed è molto economico nei consumi, anche a livello di manutenzione.

A livello Europeo il fenomeno sociale della bici è diversificato. In primis i Paesi Bassi che hanno proprio questo mezzo di trasporto come primario ed in altre Nazioni, in particolar modo in alcune città della Germania, come Muenster e Berlino dove ci sono piste ciclabili accanto ad alcuni marciapiedi. Le stesse le troviamo da qualche anno anche in Italia, dove non vi è accesso dei veicoli a motore, per la sicurezza e per regolarizzare il traffico.

Si è aperto in questo lasso di tempo, un buon mercato della bicicletta che è giunto ai nostri giorni aumentando di anno in anno i propri volumi: in Italia nel 2014 abbiamo toccato la soglia di circa 1,65 milioni di biciclette vendute in un anno.

In Europa la bicicletta è un bene materiale, prezioso, legato al cicloturismo con dei percorsi per i ciclisti ed anche a livello lavorativo con i bike-messenger (“corrieri in bicicletta”).

L’unico aspetto dolente sono i furti delle stesse: la marcatura delle biciclette può scoraggiare il crimine e secondo la legge italiana (art. 648 codice penale) chi acquista una bici rubata è sanzionato ma ancora molto si deve fare per favorire un sempre maggiore sviluppo delle due ruote, specialmente nel nostro paese.

Mauro Di Fabrizio

Nasce a Roma il nel 1976 e vive a Pomezia (RM). Appassionato della bici e della scrittura sin da bambino comincia nel 1996

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